Associazione Arti Visive
Riviera del Brenta

Sergio Marchioro


Sergio Marchioro - Critiche d'Arte

Children's Corner *

Entrare in contatto con le opere di Sergio Marchioro, siano esse numerose in una mostra o singole sculture collocate all'aperto, è come tuffarsi nel magico baule dei giochi. E non perché le sue opere siano balocchi destinati ai bambini – anche se sappiamo quanto gli adulti amino simili oggetti – ma, più verosimilmente, perché l'artista, con la sua arte totale che spazia dalla materia alla forma/colore (sempre vivo o squillante quando non vibrante) includendo movimento e suono (cose da far inorgoglire il vecchio Wagner, il più convinto sostenitore dell'arte totale), recupera e applica un vecchio precetto: il serio ludere. La formula, elaborata dai saggi umanisti del Rinascimento, e da Nicola Cusano ulteriormente ampliata in “serio ludere, et seriosissime iocari”, pone l'accento sulla possibilità (necessità?) di trovare un equilibrio tra leggerezza e gravità, di affrontare anche gli argomenti più seri con uno spirito lieve, magari ironico, sicuramente giocoso.

Orbene, se il baule di Marchioro è un baule nel quale si trovano depositati sogni e paure (come in ogni contenitore profondo che si rispetti), nel nostro artista non viene comunque mai meno la consapevolezza di dover dare loro corpo in forma fantasmagorica e gioiosa.

Una filosofia di vita, la sua, divenuta filosofia artistica perseguita con cipiglio e impegno. Come si spiega? In modo semplice in realtà: lui è anche e soprattutto un intellettuale – cosa non così scontata tra gli artisti – e come tale in possesso di strumenti, concettuali e tecnici, i quali gli consentono di fare tesoro anche di conoscenze sviluppatesi nel campo dell'ottica, della psicologia della forma e dell'arte cinetica e dei materiali. Insomma, la sua è una faretra ricca di frecce, tutte scagliate con bizzarra precisione, e tutte destinate al bersaglio.

Ingabbiare il reale all'insegna dello scherzare facendo sul serio non è da tutti, probabilmente neppure per tutti; e se tanta ricchezza di stimoli può abbacinare o incantare l'ossevatore, perché bello e piacevole può essere lasciarsi andare al semplice stupore, è però opportuno ricordare sempre quanto di sotterraneo si cela in superficie, quante ombre abitano nella luce, quanti omaggi e rimandi a una elaborazione collettiva sono presenti in un lavoro che a prima vista appare solo frutto di una estrosa creatività individuale. Sempre però con il sorriso sulle labbra, ci mancherebbe.

Claudio A. Barzaghi

* Omaggio a Debussy perché come spiega Aldo Ciccolini: “ Le magie di Ravel rivelano sempre la loro straordinaria fattura. Al contrario la musica di Debussy è come una scatola che svela qualche ingranaggio, mai il fondo

SERGIO MARCHIORO – Il soffio leggero dell’arte

Sergio Marchioro possiede una particolare sensibilità contemplativa. E’capace di cogliere i segnali della natura attraverso il filtro di un alfabeto creativo, curato ed originale, fatto di emozioni segrete, di lievi sussulti, di delicati movimenti ondeggianti.
Nella sua meditata operosità e nel lavoro artigianale, come nel recupero di materiali inconsueti –dall’acciaio, al vetro, alla plastica…- parlare d’influssi linguistici pare del tutto azzardato.
Attorno alle sue sculture così originali e poetiche si muove un mondo fatto di passioni, di cultura, di allusioni nelle quali il rapporto uomo-natura è sempre protagonista. Gli esiti di questa ricerca personale si risolvono in leggere installazioni polimateriche in cui si compenetrano la razionalità profonda e l’estro fantasioso.
Attraverso un percorso tradizionale definito prima da un progetto su carta e poi dalla trasposizione tridimensionale del disegno, Sergio Marchioro trasforma le sue anime sospese in eleganti mobiles, lunghi steli flessibili che si muovono leggeri ai flussi dell’aria. S’intravedono profili antropomorfi o animaleschi, sfavillanti vortici, voli parabolici d’uccelli, mani metalliche che si librano verso il cielo e si offrono al fruitore attraverso un linguaggio sottilmente ludico in equilibrio tra simbolismo e rappresentazione.
Il lavoro di Sergio Marchioro procede con infinite varianti dando vita a movimenti e ritmi perpetui distribuiti nelle aree aperte come presenze sussurranti e vibranti nell’atmosfera. Le linee essenziali delle singole parti esaltano il luogo in cui si trovano, in sintonia con l’ambiente naturale. Ogni scultura-installazione supera la fisicità e diventa essa stessa spazio, tempo, pensiero, presenza in continuo divenire.
La qualità dei materiali è fondamentale: acciaio lucido e riflettente, ferro, molle e fili rigidi si fondono in bizzarri organismi vitali, spesso colorati e liberati da una sovrastruttura iconica.
Attraverso la sintesi l’autore elabora una forma primordiale, dove primeggia soprattutto la curva, che proietta divagazioni oniriche con ampie parabole nello spazio ritmando nella luce tracce di colore che dialogano con i bagliori del sole. I profili surreali ci conducono verso dimensioni sognanti che riorganizzano il vuoto. I suoni prodotti dai movimenti delle sculture s’intrecciano in melodiose configurazioni dove sottili equilibri volumetrici, ottenuti grazie a sofisticati bilanciamenti, suggeriscono esperienze sensoriali molto profonde: è un incanto melodioso che sfiora l’armonia stessa della natura. La voce lieve risuona intorno e si sviluppa all’infinito, il moto melodioso dell’arte si trasforma in essenza del sentimento creativo.

Dicembre 2017 Gabriella Niero

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